Il parco dell'Alta murgia

Il Parco nazionale dell'Alta Murgia, istituito nel 2004, è una area naturale protetta situata in Puglia, nelle province di Bari e di Barletta, Andria e Trani.

Il parco ha un'estensione di 67.739 ettari.

Originariamente gli alberi erano molto diffusi, oggi si ritrovano esemplari isolati di roverella, il fragno, la quercia spinosa, il leccio, il cerro e il farnetto, oltre ad alcune aree più o meno estese di querceto. In compenso sono molto diffuse specie di erba bassa e media, come l'asfodelo e la ferula. Nel parco crescono anche piante o arbusti ad interesse alimentare, come il cardoncello e la mora selvatica. Tra le specie fungine troviamo il fungo cardoncello e numerose altre specie non commestibili.

Il parco nazionale non alberga una particolare ricca varietà di fauna a causa della relativa scarsezza di cibo della zona. In passato era nota e attestata la presenza di lupi, generalmente provenienti dall'Abruzzo o dalla più vicina Lucania in cerca di greggi per sfamarsi, che in seguito alla reintroduzione di cinghiali, hanno ricominciato a riaffacciarsi nel parco, come attestano le documentazioni fotografiche; tra la popolazione di mammiferi si attestano le seguenti specie: donnole, faine, lepri, roditori e volpi.
In anni recenti sono stati reintrodotti i cinghiali, con la liberazione di alcune coppie che si sono rapidamente moltiplicate, al punto da cominciare a costituire un potenziale pericolo per le attività agricole, oltre che causa concreta di sempre più numerosi incidenti stradali da essi provocati.

Tra i rettili possiamo annoverare, oltre alla comunissima lucertola campestre ed alla testuggine comune la presenza del ramarro, del Geco di Kotschy e di vari serpenti, tra cui la vipera, il cervone, il biacco, la biscia dal collare e, particolare, il colubro leopardino.

Anche gli anfibi sono presenti, nonostante l'ambiente arido non lo farebbe supporre. Accanto ad alcune specie di rospi e di ranocchie, si sono rinvenute alcuni urodeli quali l'ululone dal ventre giallo (in un unico sito) ed il Tritone italiano.

Numerose sono invece le specie di uccelli presenti nel parco, alcune di notevolissima importanza conservazionistica quali la gallina prataiola e l'Occhione. Si rinvengono poi varie specie di tordi, di merli, il culbianco, l'usignolo, l'allocco, il verzellino, ma anche corvidi come il corvo imperiale, la taccola e la cornacchia grigia o la gazza. Varie specie selvatiche di columbidi sono avvistabili, come il Colombo selvatico o la tortora selvatica e quella dal collare. Più notturni sono il barbagianni, la civetta, l'allocco e il gufo comune.

Non è rarissimo, in alcuni periodi, imbattersi nel fagiano, nell'allodola e nella quaglia.

Alti nel cielo si incontrano numerosi falconidi (gheppio, il falco lanario, simile al falco pellegrino ma perfettamente adattatosi all'aspro ambiente delle steppe murgiane e, importantissima presenza a livello europeo, quella del falco grillaio, adattatosi all'ambiente urbano al punto di nidificare sui campanili romanici e sugli edifici più alti dei centri storici e, proprio per questo, ad alto rischio in questo contesto storico) ed anche qualche poiana "infiltratasi" più all'interno rispetto ai suoi areali più tipici. Si può incontrare l'airone cenerino, il quale costruisce i suoi nidi a partire da febbraio. Le zone allagate del parco, inoltre, ospitano la sosta di alcuni uccelli migratori, come la marzaiola e nei periodi di passo non è rarissimo avvistare qualche cicogna.

 

La murgia

La Murgia (o le Murge), è una subregione pugliese molto estesa, corrispondente ad un altopiano carsico di forma quadrangolare situato nella Puglia centrale. Nella zona nord-occidentale si trovano i rilievi più alti: Torre Disperata (686 m), Monte Caccia (682 m), Serraficaia (673 m) e Monte Scorzone (668 m).

È compresa per gran parte nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani e si estende ad occidente fin dentro la provincia di Matera, in Basilicata; inoltre si prolunga verso sud nelle province di Taranto e Brindisi.

Il toponimo deriva dalla parola latina murex, che significa roccia aguzza. Il nome "Murgia" fa riferimento ad una voce italica di origine osca che è mutuata probabilmente dalle lingue preindoeuropee parlate in Italia meridionale prima della migrazione osca, e significa pietra. Sopravvive ancora nel suo significato originario nei dialetti calabresi settentrionali con il medesimo significato.

si ringrazia per il contributo fotografico Perrucci Annamaria